Riforma legge caccia: ancora nessuna discussione in Consiglio dei Ministri, slitta l'approvazione promessa da Lollobrigida

Di Redazione – 5 Giugno 2025

Nonostante le attese, la riforma della legge sulla caccia non è stata inserita all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri del 4 giugno 2025. A guidare i lavori c’era la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ma nemmeno la sua presenza è bastata a far decollare il dibattito su un provvedimento atteso da settimane, soprattutto da cacciatori, agricoltori e ambientalisti.

Si tratta del terzo rinvio consecutivo: neppure i due precedenti Consigli dei Ministri – convocati dopo l’evento "Caccia Village" – avevano incluso la riforma dell’attuale legge 157/92 sulla protezione della fauna selvatica e il prelievo venatorio. L'annuncio di un imminente cambiamento normativo era arrivato dal ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che detiene la delega anche in materia di caccia. Il ministro aveva garantito che la nuova normativa sarebbe stata approvata entro l’inizio della stagione venatoria 2025, ovvero entro la fine di agosto.

Tuttavia, al momento l’unico disegno di legge approvato nella riunione riguarda temi legati a mercato e concorrenza, sui quali il governo ha invitato il Parlamento a procedere con «una sollecita calendarizzazione».

Le conseguenze del rinvio: tempi più lunghi e incertezze sul testo

Il mancato avvio dell’iter legislativo porta con sé due conseguenze principali, entrambe rilevanti sul piano politico e operativo.

  1. Tempi più lunghi per l'approvazione: se il testo non viene portato in Consiglio dei Ministri entro poche settimane, sarà difficile rispettare la scadenza promessa. L’iter parlamentare – che comprende la discussione in Commissione, le eventuali modifiche e le audizioni delle categorie interessate – richiederà tempo. Lo stesso Lollobrigida ha assicurato che saranno ascoltati tutti gli attori coinvolti: dalle associazioni venatorie agli agricoltori, passando per gli ambientalisti.

  2. Ancora nessun testo ufficiale: a oggi, non è stato diffuso alcun documento ufficiale. Nonostante alcune anticipazioni emerse sulla stampa – in particolare su Il Fatto Quotidiano, contro cui si è espresso il presidente nazionale della Libera Caccia, Paolo Sparvoli – non esiste ancora un testo base pubblico, e non è chiaro quali siano le reali intenzioni normative del governo in materia.

Riforma della legge 157/92: tra promesse politiche e attese delle categorie

La legge n. 157 del 1992 è da tempo al centro del dibattito tra gli addetti ai lavori, perché considerata da molti obsoleta e non più adeguata alle esigenze del territorio e delle categorie coinvolte. In particolare, il mondo venatorio chiede regole più flessibili e aggiornate, mentre le associazioni ambientaliste vigilano con attenzione per evitare deroghe eccessive che possano danneggiare la biodiversità.

L'annuncio di una riforma imminente aveva creato molte aspettative, ma l'ennesimo rinvio rischia di trasformare la questione in un tema caldo della campagna elettorale per le regionali e comunali d’autunno.

Conclusione

La riforma della legge sulla caccia, promessa da Francesco Lollobrigida e attesa da un vasto fronte di categorie sociali, resta al momento ferma ai blocchi di partenza. Il terzo rinvio consecutivo nel Consiglio dei Ministri – nonostante la presenza della premier Meloni – alimenta dubbi sulla volontà politica di portare davvero a termine la modifica entro l’estate. Nel frattempo, resta alto il livello di attenzione da parte delle associazioni, dei cacciatori e degli osservatori ambientali, in attesa di vedere – finalmente – il contenuto del testo.